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Tahaa: 80 centimetri di paradiso


Inserito il: 10/12/2007 da Elena Sacco
Email: michele.gulliver@gmail.com
Sito web: http://www.viaggiatorionline.com/profile.asp?id=Michele+Salvatore
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Mettere la testa dentro a questi 80 centimetri di prodondità dà un senso di perdita di contatto con il reale, che lascia posto solo ad angoli immaginati attraverso gli schermi TV di programmi naturalistici. Si entra in un altro mondo: 80 centimetri di paradiso a portata di pinne e maschera. Non è soltanto il fascino di un’immersione, è questa sensazione incredibile di poter camminare a testa bassa in un enorme acquario popolato da milioni e miliardi di creature e vegetazione incredibile. Si nuota solo per andare a ritmo con questo mondo, per sentirsi il più possibile parte di esso.

Quel che vediamo è un enorme giardino di coralli e natura sommersa. I colori sono vivissimi, le forme viventi a migliaia. Vorrei fermarmi a guardare tutto da vicinissimo ma la corrente mi costringe a restare nel canale naturale e mi porta via come fossi al luna park. Vedo solo quello che il mio “passaggio veloce” mi lascia vedere, ed è fantastico comunque.

Mai visti dei pesci di tante specie, di mille colori e forme e sfumature. Ci sono tutti: enormi pesci-balestra, curiosi pesci-chirurgo, branchi di pesci flauto per nulla impauriti, e poi pesci pilota, pesci scatola, pesci angelo a migliaia, e poi lui… il mio preferito… il pesce-picasso. Credo che gli abbiano dato questo nome perché solo una natura in vena di arte geniale ed eccentrica poteva avere creato una simile geometria di forme e colori sul corpo di un pesce. E’ semplicemente stupendo, ed è pure simpatico. Ho deciso: questo lo seguo. Una pinnata controcorrente, attenta a non spiaccicarmi contro le teste di corallo, e mi avvicino al suo ondeggiare. Dapprima si nasconde appena s’accorge del mio interessamento, poi invece inizia un balletto di entra-esci-entra-esci da diverse teste di corallo. Infine decide che si può fidare. E allora si lascia avvicinare a 20 centimetri. Lo eleggo mio idolo sommerso.

Ogni tanto mi giro verso gli altri. Qualcuno mi sta davanti, qualcuno è indietro. Ma la colonna sonora è unica. "Ehi, guarda qui: ce n’è uno tutto a pallini blu." "Carlotta vieni, c’è quello di prima, ma più grosso." "Aiuto, non riesco a fermarmi!" "Guarda, guarda, guarda… è stupendo!" "Dio mio, ma sono migliaia questi gialli e blu!"

Non si conoscono i nomi ma che importa: quando si guarda verso il paradiso non ha senso conoscere i nomi dei Santi. Ogni testa di corallo meriterebbe una sosta di un’ora, talmente vasto è il microcosmo che racchiude. Le Tridacna sono le padrone dei coralli. Ne conto di sei colori diversi: giallo-ocra, verde, viola, marrone, rosa, blu. Al mio passaggio si chiudono di scatto lasciando fuori solo una piccola porzione di colore. Ma, dopo qualche secondo, si riaprono mettendo in mostra il mollusco colorato: sembrano due grandi labbroni colorati da un rossetto all’ultima moda. E così ogni testa di corallo sembra parlare con dieci bocche diverse che si aprono e chiudono al ritmo del mio passaggio.

Arrivo allo spiazzo di sabbia. Mi fermo. Metto giù i piedi e tiro fuori la testa dall’acqua. Una parte del gruppetto è già riunito: Carlotta, Benedetta, Claus, Jonathan e Marianna. Tutti eccitatissimi, ci raccontiamo quel che abbiamo visto, senza usare nomi e indicando solo per colore e per misure. A pochi centimetri da noi c’è la grossa testa di corallo con gli anemoni di mare rosa shocking. Fluttuano come ballerine e ospitano i piccoli pesci-pagliaccio. Ci reimmettiamo nel canale e a questo punto iniziamo lentamente a pinneggiare. La corrente in questo punto del canale si calma e tutto diventa più lento e favorevole all’osservazione.

Ma come potrò mai uscire da qui? Ma come si potrà dimenticare? Ecco che sono parallela al punto dove abbiamo legato il gommone. Mi tolgo le pinne e mi metto le scarpette. Cammino ma tengo la testa sotto per non perdermi quest’altro pezzo di paradiso. E a quel punto li rivedo: sono in due, nuotano in coppia e non capisco chi dei due stia tenendo la rotta. Sono due pesci-picasso meravigliosi. Ricomincia il balletto del mi fido-non mi fido. Ma poi si fidano e quando sono vicinissima al loro muso blu e giallo non scappano più. Raggiungo la riva e mi siedo su un enorme ramo di palma da cocco secco adagiato sulla spiaggia bianca. In lontananza sento ancora i gridolini degli altri che se la prendono comoda. Sono quasi tutti arrivati in fondo al canale.

Una frase più di tutte si sente ripetere: "Io lo rifaccio subito, è trooooppo belloooo!"

Allungo la mano verso il marsupio per il desiderio di fumare una sigaretta. Ne prendo una ma all'improvviso c’è un’immagine che si affaccia alla mente: la coppia di pesci-picasso e i colori pieni di vita, il loro mondo fluttuante e tranquillo, la loro dimensione fluida. E' essenzialità e armonia silenziosa. Metto via la sigaretta e richiudo il pacchetto.

Non ha senso. Non mi serve. Non adesso.

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