Nuova Zelanda. KIA ORA!


Inserito il: 14/11/2007 da Fabrizio Garavini
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Come dice il titolo, spero siate davvero i benvenuti. Un florilegio (sapessi anche vagamente cosa significa) di novità, un tripudio di update, un continuo fuoco d'artificio di creatività e aggiornamenti (sto esagerando?) vi attende! Queste erano le prime righe in cui descrivevo in breve le ultime novità, ma siccome erano tali e tante (mi sembrava di sentire le vostre risate) ho deciso di smettere. In ogni caso vi invito a sorbirvi quello che iniziai a scrivere nel lontano Dicembre 1998.

Non ci posso credere e anche se sono già a casa da già da tre - fredde, umide, tetre e chi più ne ha più ne metta - settimane del mio sogno di una vita non non rimangono che ricordi. Aaaaahh! Tornare a casa non m'ha fatto scendere amare lacrime dagli occhi, ma quasi. Il mio vocabolario non è abbastanza forbito da descrivervi propriamente la bellezza di Aotearoa, La terra dalla lunga nuvola bianca in lingua Maori. Le foto sono ben poca cosa e non rendono assolutamente giustizia ai paesaggi che ho avuto il privilegio di vedere.

Ma partiamo dall'inizio. La Nuova Zelanda era un chiodo fisso da moltissimo tempo, prima ancora di saperne alcunchè. Poi, documentandomi un po' sulla rete, ho potuto vedere scenari mozzafiato, e la voglia di andarci è cresciuta esponenzialmente. Non è ancora una meta turistica molto rinomata, il che garantisce al turista di poterla visitare in santa pace. Infine, particolare non meno importante, su una superficie pari a quella del Regno Unito vivono 3,5 milioni di persone. In pratica, tolte le città più importanti non c'è nessuno: esattamente quello che volevo per il mio primo viaggio in aereo. Viaggiare attraverso la Nuova Zelanda è una continua emozione. Auckland è la città che mi ha accolto in Nuova Zelanda. Bella, pulita da fare impressione, gente simpatica, un porto stupendo e... un aeroporto che m'ha dato la valigia 10 secondi dopo che ero entrato nella sala ritiro bagagli. Cosa volevo di più? A parte dormire dopo 40 ore e tre aerei cambiati, niente.

Spendo un paio di parole per descrivere il gruppo col quale ero: simpatico e, soprattutto, tranquillo. Ve l'immaginate un pullman con 28 italiani a bordo in giro per Auckland? Roba che Attila si sarebbe preso una paura infernale! Ma fortunatamente non è stato così: all'inizio non ero molto felice del fatto che ci fossero solo altri 2 connazionali a bordo (i signori Galeazzi, che saluto), ma poi ho apprezzato molto la cosa. Da Auckland siamo andati a trovare quel cattivaccio del vulcano Tarawera. Chissà cosa gli è saltato in mente di fare fuoco e fiamme nel 1886?? Chi lo ha autorizzato, eh? Ma visto che il risultato è stato così bello, io l'ho perdonato. Però che fatica muoversi... mamma mia! Io non sono Schwarzenegger, ma neppure una mozzarella, ma resistere in coda alla guida locale che sembrava avesse innestato il turbo, e la coppia di baschi che parevano scalatori professionisti, m'ha lasciato senza un briciolo di fiato. I baschi mi hanno fatto un po' arrabbiare: ma che cavolo, se vi siete allenati a scalare montagne prima di partire dalla Spagna, ditelo! Mi hanno fato sputare sangue nel tentativo (vano, per altro) di star loro dietro. Scherzo, ovviamente: vivono sul mare, quindi sono tutto fuorchè scalatori! Il diploma di sopravvivenza prova ancora le mie fatiche.

Di Rotorua mi rimarrà sempre impressa la camera che l'albergo m'aveva assegnato, in special modo il letto a tre piazze. A parte questo aneddoto, la permamenza in città è stata allietata dalla visita al Parco termale di Whakarewarewa. Impressionante. Prima della suddetta eruzione del vulcano Tarawera la vallata aveva una ricca vegetazione, ma grazie al cielo qualcosa è rimasto così ho potuto scattare qualche foto. C'era un percorso ben stabilito per visitare la valle termale, ma per ragioni che ancora non ho capito lo abbiamo percorso solo per la metà, e poi siamo tornati indietro. Io ho avuto la netta impressione che ci siamo persi scenari altrettanto belli, ma si sa che quando sei in gruppo... In ogni caso nel prossimo viaggio in Nuova Zelanda, andrò fino alla fine del percorso, a costo di camminare da solo. E che cavolo!!

Le grotte di Waitomo sono molto famose per il fatto di ospitare micro-organismi che, nella loro fase larvale, emettono una debole luce verde. Intere colonie di questi organismi tappezzano le pareti delle grotte, creando uno spettacolo magico: siete sulla barca dell'organizzazione, nel buio più totale, la guida vi avverte che è severamente vietato scattare fotografie col flash per non danneggiare l'ecosistema, voi alzate lo sguardo e.... Dio, è come osservare le stelle in una limpida notte invernale, solo che questa volta la luce che vedete è verde. E' una vista, e una sensazione, assolutamente da provare di persona. Haere ra (arrivederci!!)

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