Cambogia. Cambogia 2001


Inserito il: 09/11/2007 da Marco Ciccone
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Non so se ricordare con maggior emozione l’energia che aleggiava al tramonto in cima ad Angkor Wat in Cambogia, o i suoni della foresta nella notte passata in una palafitta in un angolo sperduto del Chiaw Lan Lake nel Parco Nazionale di Khao Sok. Tutto questo (e altro) nel mio ultimo viaggio, di nuovo accompagnato dall’ennesima guida EDT, che ora fa bella mostra nella mia libreria. Ma andiamo con ordine.

Siamo atterrati a Bangkok per spostarci quasi subito in Cambogia. Il treno per Aranya Prathet è partito da Hualampong alle 5.55. Abbiamo lasciato Bangkok prima dell’alba, ma già le strade si stavano animando di bancarelle ambulanti. Il viaggio è stato abbastanza comodo nonostante la levataccia e le panchine in legno. Il panorama era gradevole e abbiamo avuto modo di conoscere altri viaggiatori indipendenti, con cui abbiamo fatto amicizia e con cui abbiamo poi diviso le spese per il trasporto una volta in Cambogia. Il treno è arrivato a Aranya Prathet alle 13.00 (ce n’era un altro alle 13.05, ma se dovete attraversare la frontiera conviene farlo di giorno) e qui siamo stati assaliti da chi si offriva di farci passare la frontiera ed accompagnarci a Siem Reap. Abbiamo contrattato e così abbiamo raggiunto Siem Reap. Fatto il visto direttamente in loco (non accettano dollari, solo bath, e abbiate l’accortezza di esservi portati dietro una foto tessera, magari più di una, non si sa mai, dato che servono poi anche per i pass per i templi di Angkor), più un attestato di vaccinazione (non avevamo con noi gli originali fatti in Italia) siamo entrati in Cambogia. Detta così è semplice, ma ci siamo doivuti armare di tanta pazienza perché il caldo era opprimente, le code estenuanti e i militari inflessibili.

Mi ha aiutato osservare i due mondi, quello thailandese e quello cambogiano, stando a pochi metri di distanza dall'uno e dall'altro. Sono rimasto colpito nel vedere che la gente per strada vendeva quel poco che ha, spesso solo ceste ricolme di cavallette fritte. Pochissimi erano gli uomini anziani e tantissime le persone mutilate, ferite da esplosioni di mine antiuomo. Mi sconvolgeva vedere che tanti erano bambini. Lo scellerato operato dei khmer rossi era ovunque, ma nonostante questo i cambogiani si sono rivelati persone meravigliose, sempre pronte ad accoglierti con un sorriso, anche quando le difficoltà linguistiche sembravano insormontabili. Il tratto di strada (chiamarla strada è un gran complimento) fino Siem Reap è stato terribile. Arrivati a Siem Reap scenderete di fronte alla guest house o albergo "scelti" dall'autista. Anche se non siete interessati, ricordatevi sempre di salutare e ringraziare sempre con un sorriso.

Non saprei consigliare quanto tempo dedicare ad Angkor Wat, ma una cosa è certa: se tentate di vistarlo di corsa vi rimarrà solo un ricordo confuso, in quanto ogni colonna, ogni scalinata, ogni bassorilievo nasconde e racchiude un fascino incredibile. Noi abbiamo acquistato il pass per tre giorni (sono personali, con tanto di foto tessera, e costano 20 USD per un giorno, 40 per tre e 60 per una settimana) e, alzandoci sempre molto presto alla mattina, abbiamo avuto la possibilità di esplorare le rovine con una relativa calma. Affidatevi al vostro accompagnatore. Anche se (come nel nostro caso) non ha mai visto l’interno dei wat, vi condurrà nel sito secondo una certa logica. Dopo aver visitato i templi maggiori, sebbene su certe meraviglie non si possa stilare una classifica, avrete l’occasione di scovarne qualcuno più particolare. Tra questi il Banteay Srei merita più che una citazione, in quanto lo stato di conservazione è forse il migliore e i bassorilievi sono incantevoli. Per arrivarci l’autista vi chiederà un sovrapprezzo di 20 USD (!), dato che si trova a circa 15 km dai siti più famosi, ma se siete dei bravi diplomatici e se siete disposti a viaggiare con l’aria condizionata spenta, per risparmiare carburante, potrete accordarvi per 10 USD che darete a lui direttamente, senza far sapere nulla al reale proprietario del mezzo. Nessuna preoccupaziuone per acqua e cibo: all’uscita di ogni wat ci sono bancarelle in abbondanza.     continua "Cambogia. Cambogia 2001"

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