Italia. Trastevere. Coriandoli di un’anima
Inserito il: 07/11/2007 da Miriam Bendìa
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Non ero mai entrata in una vineria. Il nome potrebbe far pensare ad un posto squallido, popolato di solitari ubriaconi e invece è tutt’altro! Sono qui, seduta a un caldo tavolo di legno con il mio migliore amico, e mi guardo intorno incantata. L’arredamento del locale, pur essendo molto semplice, è accogliente e anche piuttosto originale. Gli stravaganti gestori sono giovanissimi e soprattutto incredibilmente simpatici. Siamo circondati da bizzarri personaggi, ognuno unico e un po’ strano a modo suo. Parliamo animatamente come accade sempre nelle nostre sere migliori e la vivacità che emaniamo attira l’attenzione degli allegri vicini. Sul lato opposto a noi un abile musicista fa vibrare furiosamente le corde di un vecchio pianoforte. Ogni esibizione viene ripagata con un torrente di applausi da parte della folla adorante. In effetti è proprio bravo, devo ammetterlo.
Appena entrata nella sala umida e fumosa il mio sguardo ha sfiorato quello di un ragazzo in piedi, dietro al bancone. Gli occhi si sono esplorati a vicenda per alcuni secondi di troppo rispetto al consentito. Dopo pochi istanti era già al nostro tavolo a chiedermi cosa desideravo. Mi piaceva. Il suo aspetto e la sua voce mi affascinavano come non mi accadeva più da secoli con un uomo. A parte che con te, naturalmente. Se fossi stata sola, avrei passato il resto della serata a quel tavolo, continuando ad ordinare innumerevoli bevande e pietanze, ma solo una alla volta per costringerti a parlarmi e a guardarmi ogni volta. Avrei atteso la chiusura del tuo locale e, appena fossi stato libero, ti avrei invitato a trascorrere il resto della notte in mia compagnia. In giro per la città, verso non so dove. Non avresti potuto resistere al fuoco rosso dei soffici capelli, al richiamo emanato dai miei intensi occhi verdi e dalla candida pelle profumata. Nessuno, di solito, ci riusciva.
Mi sarei concentrata sul bel viso, senza domandarmi cosa poteva nascondersi dietro di esso, sforzandomi di non pensare più a ciò che si celava dietro il tuo di viso! Quello che io bramo più di ogni altro, ma che non rivedrò né stanotte né mai. Le canzoni si avvicendano nell’aria densa di fumo e le deliziose pietanze fanno altrettanto sul legno del tavolo. Alle mie spalle, poco distante, c’è la porta. Ogni volta che qualcuno la apre una folata di vento gelido mi colpisce risvegliando in me i sensi assopiti dal vino.
Nel locale si alternano bizzarri mercanti che recano seco gli oggetti più disparati. Il vacuo profumo emanato da rose di ogni colore. La verde giada imprigionata nella forma di minuscole tartarughe portafortuna. Un bazar variegato che sembrava non avere mai fine.Ascoltavo la confusione di voci che mi circondava, ma nessuna di esse raggiungeva la mia mente persa in mille differenti pensieri.
Poi una voce, calda e rauca allo stesso tempo, mi apostrofò facendosi largo tra gli altri suoni confusi.
"Ciao! Io sono Laura. Vivo solo grazie alle mie poesie, scegline una e lasciami in cambio una piccola offerta. Bastano anche cinquecento lire…" continua "Italia. Trastevere. Coriandoli di un’anima"
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