Kos


Inserito il: 02/11/2007 da Alberto Angelici
Email: albe@iol.it
Sito web: http://www.viaggiatorionline.com/profile.asp?id=Aziza
Letto 3532 volte

Nessuna immagine disponibile

Poco oltre, unica presenza umana, un gruppetto silenzioso si rosola al sole. Niente costume, la pelle come cuoio antico, quasi tutti biondi, panzuti, alcuni bianchi. Dev'essere una colonia di tedeschi, di quelli che stanno perennemente al sole e non danno alcun fastidio. Nei giorni successivi saremmo tornati li' spesso, attirati dalla pace di quell'angolo di paradiso e dalla possibilità di goderne in totale libertà. Anche Lorenzo, dopo un momento di perplesso imbarazzo si libera degli slip.

Ogni tanto qualcuno arriva lungo il bagnasciuga dalla spiaggia dei "normali", ma come s'accorge delle nostre condizioni, prontamente gira e, sbirciando senza parere, se ne va col naso a terra. Altri invece tirano avanti, l'andatura rigida, lo sguardo teso a cercare orizzonti lontani. Ci godiamo la pace e il senso di libertà assoluta che quei luoghi ci trasmettono. Ogni tanto un tuffo, ogni tanto una passeggiatina, lambendo l'acqua fino e oltre la silenziosa comunità germanica che non degna di uno sguardo le nostre nudità. Dopo le prime volte abbandono anche sandali, cappello ed occhiali. Non voglio ostacoli tra me e questa natura splendida e piena di armonia.

Nei tanti incavi di quelle strane rocce l'incessante ritmo delle maree ha depositato spessi strati di sale che sembra ghiaccio, mentre la sabbia è disseminata di ovali frammenti di pietra pomice leggera come polistirolo e quasi del medesimo colore.

Ogni mattina, passiamo dal market dove ci riforniamo di pesche, meloni e pomodori dolcissimi e polposi che mangeremo a grugno in riva al mare.

Una mattina sono sul bagnasciuga a pulire un grosso melone, coll'inseparabile multilama svizzero; arriva uno dei tedeschi sciacquettando in un metro d'acqua con il pancione che pare un'enorme boa. Agitando un dito ci redarguisce con misteriosi suoni gutturali. Abbiamo capito solo il dito.

Una diecina di chilometri oltre, si apre il vasto golfo di Kefalos. È una zona molto bella e semidesertica; purtroppo però il tratto più suggestivo è occupato da un poligono dell'esercito. Più avanti è Kamari, un'insenatura molto carina che ospita un club Med. Al centro della piccola baia un isolotto roccioso con un unica costruzione vecchiotta. L'inclinazione del tetto unita a quella degli scuri alle finestre le conferiscono un'aria imbronciata e triste. Piccole trattorie offrono l'onnipresente greek salad, mussakà, una specie di lasagna, e suvlachi, che poi non sono altro che spiedini di agnello, pollo, maiale o vitello, alternati a quadratini di peperone.

La sera le viuzze di Kardamaina, l'abitato più grande (si fa per dire) e vicino a noi che stiamo a Mastichari, si popolano di villeggianti chiassosi, soprattutto inglesi e tedeschi. Il passeggio ha luogo principalmente lungo la via principale. Bar e pubs si susseguono senza soluzione di continuità, intercalati da negozi e botteghe e ognuno sfoggia potenti impianti stereo e belle ragazze in minigonna e tette di fuori, pagate per attirare i clienti. La cacofonia è assordante e tutto mi appare artificioso e finto come scenografie teatrali, tanto che ho l'impulso di correre dietro alle facciate per vedere se sono rette da un semplice palo.

Davanti alle poche abitazioni della strada, sostano sparuti gruppi di vecchietti, ognuno con la sua sedia impagliata. Le donne portano il fazzoletto, gli uomini una striminzita coppola. Potrei essere in Sicilia. Si guardano attorno curiosi. Ci fissano con occhi attenti e stanchi a un tempo e forse pensano che il mondo è proprio impazzito .Una bimbetta scappa vivace tra i banchi ogni volta che la mamma, appesantita da una gravidanza quasi a termine, azzarda un momento di relax e chiude gli occhi.

In un piccolo slargo chiocchiola leggero il getto di una fontanella; un grosso gabbiano e un pollo ne condividono gli spruzzi, incuranti delle persone che camminano li' accanto. Una sera ci fermiamo a cena in uno dei tanti ristorantini che lambiscono il porticciolo. Scegliamo un tavolino sotto alla tettoia. Davanti a noi è attraccato un vecchio caicco che offre gite giornaliere a spasso per le isole vicine. Grigliata di pesce e sirtachi sono comprese nel prezzo. Proprio come a Viserbella o Misano...anche se il contesto è un pò diverso.

Ci serve una ragazza inglese dai chiari occhi ridenti. Parliamo un po'. Mia moglie dice che potrei chiacchierare con un muro e farmi rispondere. Viene da Manchester, come la sua amica che serve un pò più in là e con il lavoro di due mesi si pagheranno una vacanza della stessa durata. La barca dev'essere del proprietario del locale, perché due bambini, forse i figli, vanno di continuo avanti e indietro giocando. Con loro è un gattino giovanissimo. Un buffo mucchietto di pelo bianco e grigio dal musino furbo e birichino. Un po' ingobbito, la coda a punto di domanda, corre a passettini e balzi dietro ai bambini che ridono e felici battono le mani e lo guardano infilare come una saetta la passerella oppure scendere svelto tra i nostri piedi e sotto i tavoli. Qualcuno si china ad accarezzarlo, altri commentano e ridono.

Non manca neppure un'inglese rosea e paffutella, che dalla macchinetta spara raffiche di flash. Sobbalza felice nel leggiadro abitino rosa pallido mentre dal rossetto a cuoriccino escono senza sosta sublimi gridolini di piacere.

Grazie a quel gattino e all'ingenua purezza che esprime, tra noi si crea ben presto un'intesa fatta di sorrisi e ammiccamenti, come un gruppo di parenti che si compiace della bellezza dell'ultimo nato.

All'estremità orientale dell'isola è il capoluogo, Kos. Molto somigliante a Rodi nello stile dei palazzi quattrocenteschi, ricostruiti dopo il rovinoso terremoto del '33 e nelle alte mura che abbracciano il porto, è la metà più turistica dell'isola. A poca distanza era la sede della più importante scuola ippocratica il cui fondatore era appunto nativo di quest'isola.

Nafklirou, la via dei bar, è già molto affollata: mi immagino che carnaio deve essere in agosto. Da vedere il castello dei cavalieri e, se interessano, le vestigie romane e greche, venute alla luce durante il sisma, tra cui il teatro. Una curiosità: le gradinate erano di marmo per gli ospiti illustri, di semplice calcare quelle per la plebe. Mi da però l'idea che la differente origine rocciosa poco importasse per i sederi che ne facevan uso.

Che dire ancora di Kos? I colori sono quelli: vividi, smaltati e così caldi che danno fitte al cuore tanto sono belli. I profumi intensi che sanno di mare e di terra insieme e i voli delle api e il timo e i rosmarini sempre in fiore e lo iogurt denso come gesso e il miele amaro e lo sterrato a tratti rosso come campi da tennis delle stradine che vanno al mare, QUEL mare che ha saputo reinventare l'azzurro e il verde e il blu.

È Grecia. Altro non serve dire.

Ragazzini che guardano con occhi colmi di divertita curiosità e non cercano di trascinarci in un ristorante o di ottenere qualche moneta, come fanno invece nelle isole più turistiche. È lì, nell'aria greve di profumi straordinari, nelle insenature nascoste, in quella campagna asciutta, che poco ha da offrire a un turismo chiassoso e frettoloso, che cerco l'umanità cordiale e semplice di una terra che mi è entrata nel cuore e nella pelle. Una terra che ogni volta mi accoglie in un abbraccio che non vorrei mai sciogliere.

Torna indietro

Per Votare/Commentare chiudi questa finestra e clicca Ti è stato utile (ti è piaciuto) questo contributo? Votalo

CARTACEO-SANGREAL.jpg

I Top LIKE...
Le destinazioni
Viaggi Oceania Viaggi Africa Viaggi Europa Viaggi Nord America Viaggi CentroAmerica Viaggi Caraibi Viaggi SudAmerica Viaggi Asia Viaggi Medio Oriente Clicca sul Continente Viaggi ZONA_ITALIA