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Spagna. Gran Canaria, l'internazionale


Inserito il: 29/10/2007 da Claudio Montalti
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Gran Canaria è un'isola curiosa e varia a partire dalla gente che la abita. Si trova di tutto, dall'orgoglioso canarios - guai a chiamarlo spagnolo!!! - che oltretutto parla uno spagnolo quasi incomprensibile, più simile al brasiliano nelle cadenze e nelle vocali finali allungate e strascicate - al sudamericano, dall'africano del nord a quello della costa nord occidentale, dall'americano fino all'europeo, che però si concentra maggiormente nel sud dell'isola, turisticamente la più sviluppata. Di fatto, il sur è totalmente colonizzato tanto che per trovare lavoro - in proprio o dipendente - è indispensabile la conoscenza del tedesco come prima o seconda lingua. Meglio come prima, comunque. Moltissimi negozi e alberghi sono monolingua, nordica, e non sembra certo d'essere in Spagna, tanto meno alle Canarie.

Puerto Rico, a sud di Gran Canaria, verso Puerto de Mogàn, da cui è tra l'altro possibile realizzare escursioni giornaliere per avvistare le balene - si dice che al largo, e tra le isole, svernino un numero di cetacei e di specie, alcune stanziali, che non trovano riscontro altrove - è un esempio lampante. Il cemento è un magma che avanza lentamente e costantemente su scogliere rocciose e verso l'interno, stendendo un manto bianco e modificando completamente gli scorci. Molti sono gli alberghi costruiti in verticale, ancorati alla scogliera, con la reception in cima, appena visibile dalla strada. I benefici sono a mio avviso minori dei malefici e ho paura che non si troverà nessun equilibrio finché il paesaggio sarà del tutto abbruttito o i tedeschi avranno trovato altre mete. Ma se mezza isola è in gran parte stata trasformata in una orribile colata di cemento e palazzoni cimiteriali, tanta è la somiglianza degli apartamientos, almeno di quelli che sono riuscito a vedere, con i loculi dei più, continuano ad emergere nonostante tutto la meravigliosa Puerto de Mogàn e le pirotecniche Dune di Maspalomas. (Per la cronaca, ci sono anche aree per i gay. Maspalomas e Playa del Ingles sono una delle mete preferite dagli omosessuali, che qui sono tollerati vivono da stanziali e si esprimono liberamente. ndr). Anche se queste ultime sono ulteriormente e irrimediabilmente rovinate, deturpate direi, dall'impatto del turista tedesco in vacanza. Non che ce l'abbia coi vecchi, ma vederne tanti, e tutti brutalmente nudi - scusate i termini - sui lettini in riva al mare, spesso così brutti da far ricordare i film in bianco e nero di Auchwitz, ha surclassato la mia meraviglia per quel luogo, e causato l'immediata fuga verso una spiaggia più povera e meno spettacolare, ma popolata di persone più varie, più vicina ai miei gusti.

Giunto a Las Palmas, cittá cosmopolita e moderna, con oltre 500.000 abitanti, più musei, teatri, manifestazioni culturali, casinó, banche e ogni tipo di attivitá commerciale e ludica, ho cominciato a spolverarre lo spagnolo, inesistente a Playa del Ingles, e a fare conoscenza con i canariones. Assomigliano molto al sudamericano, sia per il fervore religioso con cui tutti hanno festeggiato il natale, e il capodanno, rigorosamente in frac e abito da sera come se si andasse al gran ballo delle debutanti. E io, che fino alla sera prima non ero passato proprio inosservato, mi sono trovato ad essere la cenerentola di turno, ma senza scarpetta e soprattutto senza lieto fine. Ma che la città, nonostante l'estensione, conservi tradizioni da festa di paese lo si vede benissimo. Inoltre, una grande città come Las Palmas non incoraggia molto la comunicazione anche se ho potuto già avvedermi da me che spesso è solo apparenza, un naturale riserbo. Mi han detto, però non sarò più qui ad accertarmene di persona, non quest'anno almeno, che è causa di una certa freddezza (io non me ne sono accorto più di tanto, sarà che vengo da un ambiente notevolmente più freddo...) il fatto che dicembre è, climaticamente parlando, il periodo più freddo dell'anno. E' normale che la gente ne risenta. Con l'arrivo del Carnevale, che rappresenta un po' la fine del freddo, i canariones e gli immigrati si scatenano sconfinando nella chiassosità, nel colore, nei sorrisi... Beh, sono proprio curioso. Il Carnevale di Las Palmas è il numero uno dopo quelli brasiliani, e dovrebbe anche essere molto più vario vista la diversità e la tipologia dell'immigrazione. Non è necessaria la fantasia per immaginare di essere ora in Venezuela, ora in Colombia, ora in Uruguay, ora in Brasile, piuttosto che a Cuba o a S.Domingo visti i sorrisi, il colore della pelle, il modo chiassoso e evidente di proporsi e di farsi notare.     continua "Spagna. Gran Canaria, l'internazionale"

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